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Rivista di archeologia e architettura antica

Tag Archives: landscape archaeology

Report delle prime indagini topografiche in località Minerva: un sito pluristratificato nella chora di Taranto

Autori: L. Piepoli, A. Fino, S. Capurso, M. de Sio, M. Pellegrino, M. Sciscio

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Si presentano i dati acquisiti nel corso delle indagini topografiche condotte nel 2022 presso il sito pluristratificato di località Minerva (Castellaneta-TA). Studi pregressi asistematici hanno evidenziato la presenza nell’area di resti di setti murari, di alcuni elementi architettonici e di numerosi reperti fittili affioranti in superficie databili genericamente tra l’età preistorica e quella romana. Le recenti ricognizioni hanno consentito di meglio definire rispetto al passato le peculiarità cronologiche e insediative del sito, evidenziando una prima fase di popolamento dell’area tra la media e la tarda età del Bronzo e la presenza di un abitato attivo ininterrottamente, sebbene con forme insediative differenti a seconda dei periodi, tra il VI e gli inizi del II secolo a.C. Le ricerche hanno interessato anche un villaggio rupestre medievale localizzato lungo il fianco della gravina di Castellaneta che delimita a Nord il sito antico, identificabile con l’abitato Minerva citato nella Geographica di Guidone nel XII secolo tra le tappe dislocate lungo l’itinerario tra Oria (BR) e Acerenza (PZ).

The data obtained during the topographic surveys carried out in 2022 on the multi-layered site of the Minerva locality (Castellaneta-TA) are presented. Previous unsystematic studies have shown the presence in the area of remains of ancient walls, some architectural elements and numerous fictile finds outcropping on the surface, generally datable between the prehistoric and Roman periods. Recent research has made it possible to define the chronological and settlement peculiarities of the site better than in the past, highlighting an early phase of peopling the area between the Middle and Late Bronze Ages and the presence of a continuous active settlement, albeit with different settlement forms depending on the period, between the 6th and early 2nd centuries BC. The research also included a Medieval rocky village located along the side of the Castellaneta ravine, bordering the ancient site to the north, which can be identified with the Minerva settlement mentioned in Guidone’s Geographica in the 12th century among the settlements located along the road between Oria (BR) and Acerenza (PZ).

Una città nella città. Forma e funzione delle acropoli nelle colonie greche d’Occidente: i casi di Cuma, Siracusa, Taranto e Neapolis

Autori: V. Parisi, A. Averna, M. Crisci, R. Perrella

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Il contributo presenta i risultati preliminari della ricerca svolta nell’ambito del progetto “AKROMA. Akropolis of Magna Graecia. A critical “top-down” view on Landscape, Architecture and Cult Network in the Western Greek Colonies” – Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli”. A partire da quattro siti chiave accuratamente selezionati (Cuma, Siracusa, Taranto, Neapolis), il tema delle acropoli nelle colonie greche di Magna Grecia e Sicilia, finora mai analizzato in modo sistematico in letteratura, è stato affrontato in una riflessione di ampio respiro volta a individuare possibili modelli e declinazioni del concetto in chiave greco-occidentale. Luoghi enfatici e strategici per caratteristiche morfologiche e orografiche, le acropoli si configurano come vere e proprie “città nella città”: si tratta, infatti, di spazi definiti e separati, naturalmente difesi ma allo stesso tempo proiettati verso l’esterno (il mare, la città bassa, l’entroterra), caratterizzati da funzioni specifiche, sempre di carattere pubblico, collettivo, rappresentativo. Il loro ruolo, concreto e simbolico, si sviluppa intorno a due principali poli funzionali, quello religioso – in quanto sedi dei templi legati ai più importanti e antichi culti cittadini – e quello politico/militare – particolarmente enfatizzato in età ellenistica, in concomitanza con lo sviluppo delle tecniche poliorcetiche. Grazie alla rilettura complessiva dei dati archeologici e all’emancipazione dai modelli della madrepatria, le acropoli coloniali possono così ritrovare spazio e significato nella storia urbanistica delle poleis d’Occidente.

The paper presents the preliminary results of the research project “AKROMA. Akropolis of Magna Graecia. A critical ‘top-down’ view on Landscape, Architecture and Cult Network in the Western Greek Colonies” – University of Campania “L. Vanvitelli”. Starting from four carefully selected key sites (Cumae, Syracuse, Taranto, Neapolis), the theme “acropolis” in the Greek colonies in Magna Graecia and Siciliy, which had been never investigated systematically before, has been object of a wide-ranging analysis, whose goal was to identify its peculiarities from a specific Western Greek point of view. Emphatic and strategic places due to their morphological and orographic features, acropolises are arranged as “city within a city”: they are well-defined and separated areas, protected by natural defenses, which at the same time projected outwards (the sea, the lower city, the hinterland) and were always characterized by public, collective and representative functions. Their role, both concrete and symbolic, developed around two main functional poles, the religious one (as the site of the oldest city temples) and the political/military one (particularly emphasized with the development of polyorcetic techniques in the Hellenistic age). Thanks to the comprehensive reinterpretation of archaeological data and the emancipation from the motherland models, colonial acropolises can thus regain space and significance in the urban history of the Western Greek poleis.

La “romanizzazione” dell’Italía ionica: nuovi dati

Autori: L. Lepore, C. Giatti, M. Gras, G. Bejor, R. Belli Pasqua

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Il 15 marzo 2019, presso l’Università degli Studi di Firenze, ha avuto luogo la presentazione degli Atti del meeting “La romanizzazione dell’ Italía ionica. Aspetti e problemi” curati da L. Lepore e C. Giatti, comprendenti un’ampia cronaca delle due giornate di studio e dodici contributi relativi a città e centri di Apulia, Lucania e Bruzio. Michel Gras, Giorgio Bejor e a Roberta Belli Pasqua hanno presentato in quella occasione gli Atti, focalizzando i loro contributi rispettivamente sulle aree rurali, sulle realtà urbane, sui contesti archeologici. Dato il carattere particolare dell’evento, condotto e svoltosi in modo così poco convenzionale, si è ritenuto opportuno dare alle stampe – in forma originale – i testi dei tre contributi, da leggere, volendo, come altrettanti commenti critici.  

On March 15, 2019, at the University of Florence, took place the presentation of the Proceedings of the meeting “La romanizzazione dell’ Italía ionica. Aspetti e problemi ” edited by L. Lepore and C. Giatti, including an extensive chronicle of the two study days and twelve contributions on the cities and centers of Apulia, Lucania and Bruzio. On that occasion, Michel Gras, Giorgio Bejor and Roberta Belli Pasqua presented the Proceedings, focusing their contributions respectively on rural areas, urban realities, archaeological contexts. Given the particular character of the event, conducted and held in such an unconventional way, it was deemed appropriate to publish the texts of the three contributions – in their original form – to be read, if desired, as critical comments.

Paesaggio rurale ed economia in età ellenistica nel territorio di Catania (Sicilia orientale)

Autore: R. Brancato

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Scopo dell’articolo è di delineare i principali sviluppi nell’organizzazione degli insediamenti nella Piana di Catania nel corso dell’età ellenistica: sulla base della carta archeologica disponibile, è possibile tentare di colmare il vuoto circa i cosiddetti “paesaggi periferici” della Sicilia orientale. Una ricerca sistematica dei paesaggi rurali della Piana di Catania è iniziata a partire dal 1996, con una serie di ricognizioni topografiche qui condotte secondo la metodologia del progetto Forma Italiae. Coprendo l’estensione occidentale dell’ampia pianura alluvionale, i dati ricavati da queste indagini sono di grande interesse per qualsiasi tentativo di analisi dei paesaggi rurali e della viabilità antica nella Sicilia orientale: nell’ambito dell’area (425 kmq) sono stati identificati 132 siti archeologici, datati tra il neolitico e l’età medievale. I risultati dell’integrazione tra dati nuovi e da precedenti ricerche (legacy data) nel database Ru.N.S (Rural Networks in Sicily) consento di un’immagine vivida delle tendenze della popolazione rurale nella Sicilia ellenistica e possono aiutare a ricostruire l’organizzazione dei paesaggi rurali durante la transizione dal periodo greco a quello romano.

Paper’s aim is to outline the main developments in settlement organization in the Plain of Catania throughout the Hellenistic period: on the basis of the new available archaeological map, it is possible to attempt to fill our knowledge gap on “peripheral landscapes” of Eastern Sicily. A systematic research on the rural landscapes of the Plain of Catania started in 1996 when a series of topographic surveys were carried out according to the Forma Italiae Project’s methodology. Mostly covering the western portion of the plain of Catania, due to their unexploited potential, these topographical surveys are of great interest for any attempt at analysing rural landscapes and routes and road networks in antiquity: within the survey area (425 kmq) 132 archaeological sites were identified, dating from the Neolithic to the Medieval period. Together with the existing amount of legacy data available from eastern Sicily, the survey data were stored in the Ru.N.S (Rural Networks in Sicily) database. The results obtained through the use of the Ru.N.S database provide a vivid image of rural population trends in Hellenistic Sicily, and may help in reconstructing the organization of the rural landscapes throughout the transition from the Greek to the Roman period.

Il tratto della via Appia tra Gravina in Puglia e Taranto: primi dati sulle ricognizioni di superficie nei territori di Altamura

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Nell’ambito di un progetto di ricerca finalizzato a indagare le dinamiche storico-archeologiche che hanno interessato il tratto della via Appia compreso tra Gravina in Puglia (BA) e Taranto, nell’Apulia et Calabria, sono state condotte delle ricognizioni di superficie lungo poco meno di un terzo del percorso della strada romana che intercorre tra i due centri. Si presentano i risultati preliminari delle indagini sul campo che hanno consentito di individuare un discreto numero di evidenze archeologiche, nella maggior parte dei casi inedite e consistenti in concentrazioni di materiale archeologico in superficie, riferibili a differenti epoche e tipologie insediative.
Sulla base dei dati acquisiti sono state avanzate ipotesi riguardo i rapporti esistenti tra la via Appia e gli assi stradali precedenti e successivi delineando un quadro preliminare della viabilità antica nell’area campione, sia per quanto riguarda sovrapposizioni e continuità di utilizzo in diverse epoche, sia in merito alla rilevanza dei tracciati nell’ambito dei rispettivi contesti storico-economici. Inoltre è stato possibile formulare nuove proposte identificative sulle stazioni stradali Blera e Sub Lupatia, ricadenti secondo l’Itinerarium Antonini in questi territori.

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In the frame of a research project that aim to the reconstruction of the historical and archaeological dynamics that affected the section of the via Appia between Gravina in Puglia (BA) and Taranto, in Apulia et Calabria, surface surveys have been conducted along just under a third of the path of the Roman road included between the two modern towns. A fair amount of archaeological resources has been recorded in the area, most of them not previously known and consisted of artefact scatters, representing large time spans and different site types. Based on these data, it has been possible to put forward hypotheses about the relationships between the via Appia and the previous and subsequent road axes, outlining a preliminary framework of the ancient roadway in the considered area, both in terms of overlaps and continuity of use at different times, and in terms of relevance of the paths in their respective historical-economic contexts. Moreover, it has been possible to formulate new identifying proposals on the Blera and Sub Lupatia resting stations, reported by Itinerarium Antonini (121,3-5).

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