In solo provinciali
Sull’architettura delle province, da Augusto ai Severi,
tra inerzie locali e romanizzazione
Il Direttore, il Comitato Direttivo e la Redazione di Thiasos, rivista digitale open-access di archeologia e architettura antica (www.thiasos.eu), annoverata tra le riviste scientifiche di Fascia A per le aree CUN 10/A1 (Archeologia) e 08/E2 (Restauro e Storia dell’Architettura), sono lieti di annunciare, per il n. 8 del 2019, la presente call for papers sul tema in epigrafe.
L’architettura delle province rappresenta un campo privilegiato di analisi circa il rapporto che intercorre tra modelli ufficiali e relative applicazioni, o meglio interpretazioni. Un rapporto multiforme, sfaccettato, variegato, che dipende di volta in volta dalle relazioni che il contesto in esame – dal singolo edificio alla realtà urbana o regionale cui appartiene – definisce, a diverse scale, con gli archetipi di riferimento e i relativi valori semantici. Su questo rapporto e sui risultati che ne conseguono influiscono, peraltro, diverse variabili, attive su ciascuna delle tre componenti già riconosciute da Vitruvio – firmitas, utilitas, venustas – moltiplicandone quindi le possibili declinazioni.
È ormai assodato che la classificazione stilistico/tipologica di stampo tradizionale nell’analisi degli elementi di decorazione architettonica, pur fornendo dati importanti, finisce tuttavia per congelare in schemi eccessivamente rigidi, se non addirittura lontani dalla realtà storica, le membrature architettoniche esaminate e le relative componenti. Più di recente, diversi approcci metodologici hanno provato a correggere il tiro, spostando l’ago della bilancia su temi più propriamente costruttivi: l’attenzione per i materiali e specie per i marmi, per i costi di realizzazione e per la complessità organizzativa e gestionale delle cave e al tempo stesso dei singoli cantieri da costruzione, che tanto interesse hanno destato – e non a torto – nei più attuali indirizzi di ricerca, ne sono alcuni esempi. Tuttavia, il risultato continua a essere una conoscenza di certo più ampia, ma pur sempre confinata ad aspetti isolati, che non esauriscono la complessità di un organismo architettonico. Al potere evocativo di significati politico-propagandistici o religiosi delle immagini cristallizzate nelle forme decorative si aggiungono – e non sostituiscono – gli aspetti tecnici e di cantiere, del rapporto tra soluzioni planimetriche ed elevati, i materiali e le officine, i temi della committenza e dei costi, della funzione e delle diverse tradizioni locali, tutti assunti in una prospettiva integrata e non sommativa. Tra essi, proprio le inerzie di matrice autoctona, fenicio-punica o greco-ellenistica, a seconda delle realtà esaminate, sono tutt’altro che trascurabili, finendo invece per influenzare da vicino le singole produzioni edilizie, considerate nella loro globale complessità.
Lo scopo è quindi quello di mettere in luce, alle diverse scale di indagine, ma con un approccio il più possibile globale, il grado di influenza esercitata dalle tradizioni architettonico-costruttive in essere nei singoli contesti provinciali rispetto all’adozione, imposta o spontanea, di forme architettoniche ufficiali. L’intento, lungi dal voler giungere a una contrapposizione tra centro e periferia, romanizzazione e resistenza – categorie teoretiche peraltro da tempo superate –, è piuttosto quello di provare a riconoscere una sostanziale interconnessione e interdipendenza nella scelta e nella realizzazione di precise soluzioni architettoniche, o, detto in altre parole, quello di evidenziare quel rapporto dialettico tra modelli e applicazioni che può giustificare le diverse forme dell’architettura provinciale, più o meno aderente alle mode di Roma, più o meno fedele alle tradizioni dei contesti di origine, più o meno legata alla persistenza delle proprie fisiologiche inerzie. In questo modo, la presente iniziativa editoriale mira ad aggiornare i dati a disposizione della comunità scientifica internazionale circa le ricerche più recenti sul tema dell’architettura delle province romane, per mezzo di una raccolta unitaria, finora assente in letteratura, che metta a confronto le diverse realtà provinciali, i relativi monumenti, le relative tradizioni e specificità, le vie e i modi di interazione con i canoni ufficiali.
Sono previste tre sezioni tematiche, alle quali le singole proposte potranno ricondursi:
- L’elaborazione dei modelli: Roma e l’Italia.
- Le province occidentali.
- Le province orientali.
L’arco cronologico interessato è quello che va dall’età augustea a quella severiana. Per la prima sezione, dedicata a Roma e all’Italia, il periodo deve considerarsi ampliato a comprendere la Tarda Repubblica.
Chiunque volesse aderire può proporre un abstract, in italiano o in inglese, che contenga al massimo 1000 caratteri e sia accompagnato da un titolo e da cinque parole chiave. Esso dovrà essere inviato tassativamente entro il 31 gennaio 2019, all’indirizzo di posta elettronica call2019@thiasos.eu. Il file dovrà recare anche l’indicazione dell’eventuale affiliazione degli autori, con i relativi recapiti email, ai quali saranno inviate tutte le comunicazioni inerenti all’iniziativa.
Entro il 15 febbraio, il Direttore e il Comitato Direttivo della Rivista effettueranno la selezione delle proposte ritenute più coerenti con il tema indicato e avviseranno i relativi autori, che saranno invitati a presentare i propri contributi entro il 31 maggio 2019. I testi, non più lunghi di 35.000 caratteri (spazi inclusi), comprendenti testo e note (sono escluse bibliografia e didascalie), potranno essere redatti in italiano o in inglese, rispettando le norme redazionali della Rivista; inoltre, potranno essere corredati da non più di 15 illustrazioni in b/n o toni di grigio.
Gli articoli pervenuti saranno sottoposti a peer-review. La procedura di correzione o modifica da parte degli autori dovrà essere terminata entro settembre 2019, in modo da poter pubblicare l’opera entro la fine dello stesso anno.
I saggi saranno raccolti in un Supplementum di Thiasos, che, pur a carattere monografico, ne farà parte a tutti gli effetti, in versione digitale e, qualora possibile, a stampa, per i tipi dell’Editore Quasar (sulla natura dei Supplementa, cfr. https://www.thiasos.eu/about/).
Per ulteriori informazioni e ogni tipo di richiesta o domanda sull’iniziativa, è possibile contattare la Redazione all’indirizzo call2019@thiasos.eu.
Scarica la Call for paper in formato .pdf: In solo provinciali
Riepilogo per gli Autori
31 gennaio 2019 Invio degli abstract, con indicazione della relativa sezione tematica.
15 febbraio 2019 Comunicazione agli Autori circa l’accettazione dei contributi proposti.
31 maggio 2019 Invio da parte degli Autori degli articoli selezionati ai fini del peer-review.
30 settembre 2019 Consegna definitiva, da parte degli Autori, degli articoli corretti o modificati secondo le indicazioni dei referee esterni.
31 dicembre 2019 Pubblicazione del volume, Supplementum al n. 8, 2019, della Rivista.