Autore: A. Dell’Acqua

Scarica l’articolo in formato .pdf: Fontane o santuari delle acque: alcune strutture idriche extra urbane della Syria-Palaestina

Lo studio si concentra su sette complessi rurali noti come “ninfei”, situati al di fuori dei centri urbani nella provincia romana di Syria-Palaestina. I casi analizzati sono: Ras el-Ain (Baalbek), Qanawat, Temnine el-Fouqa, Ain Houchbay, Kasarnaba, Kafr Latah, Ein Hanya. Tali edifici sono strettamente collegati alle sorgenti d’acqua e all’ambiente naturale circostante e solo uno dei monumenti esaminati (Ain Houchbay) è accompagnato da un’iscrizione, che tuttavia non fornisce dettagli sulla funzione del sito. Il presente lavoro ha l’obiettivo di determinare se tali strutture siano state concepite come luoghi di culto e quali indicatori supportino questa interpretazione, considerando la scarsità di fonti archeologiche, epigrafiche o letterarie che ne specificano la natura. L’analisi si basa quindi su prove archeologiche e contestuali per comprendere il ruolo e la percezione di questi santuari nel contesto del fenomeno religioso regionale. Data la natura delle evidenze archeologiche – alcune poco note – nel testo si forniscono un’analisi planimetrica e una descrizione architettonica di ciascun monumento per poi rimandare nel paragrafo conclusivo alle considerazioni sui confronti e le possibili destinazioni d’uso. Vengono inoltre fornite proposte cronologiche per i monumenti di Ein Hanya e Temnine el-Fouqa sulla base della decorazione architettonica superstite finora non analizzata.

This study examines seven rural complexes known as “nymphaea,” located outside urban centers in the Roman province of Syria-Palaestina. The sites analyzed are: Ras el-Ain (Baalbek), Qanawat, Temnine el-Fouqa, Ain Houchbay, Kasarnaba, Kafr Latah, Ein Hanya. These structures are closely linked to natural springs and their surrounding landscapes. Among them, only one (Ain Houchbay) is accompanied by an inscription, which, however, does not clarify the site’s function. The primary aim of this research is to determine whether these structures were conceived as places of worship and to identify indicators supporting this interpretation, given the scarcity of archaeological, epigraphic, and literary sources explicity defining their nature. The analysis relies on archaeological and contextual evidence to explore the role and perception of these sanctuaries within regional religious phenomena. Considering the nature of the archaeological evidence – some of which remains little known – this work provides a planimetric analysis and an architectural description of each monument. The discussion concludes with with comparative observations and hypotheses regarding their possible functions. Additionally, chronological proposals are presented for the monuments of Ein Hanya and Temnine el-Fouqa, based on previously unexamined architectural decorations.