Autore: D. Elia
Scarica l’articolo in formato .pdf: Locri Epizefiri: per una contestualizzazione della ceramica figurata di produzione occidentale. L’abitato e l’area esterna alle mura tra “agorà emporica” e Adonion
Le ricerche condotte negli ultimi anni hanno consentito di ampliare il quadro delle conoscenze relativo alla circolazione e alla produzione della ceramica figurata italiota a Locri Epizefiri e nel suo territorio, quasi esclusivamente sulla base della documentazione proveniente dalle necropoli. Tuttavia, anche altri spazi nella città ne rivelano la diffusa presenza nel corso del IV secolo a.C.: il riesame della documentazione edita e l’analisi di materiali inediti provenienti da diversi settori lungo il tratto marino della cinta muraria, sia all’interno nell’area dell’abitato, sia nella fascia immediatamente all’esterno, consentono di avviare una riflessione sulle caratteristiche della diffusione di questa classe ceramica nei diversi contesti di rinvenimento. In particolare, emerge un panorama di forme distinto rispetto a quanto noto per le aree funerarie. Nel settore interno alle mura è risultato possibile definire la natura di alcuni contesti di rinvenimento, ma le funzioni eterogenee degli edifici (residenziali, produttive, commerciali, forse religiose) non permettono ancora di circoscrivere puntualmente l’ambito di consumo della ceramica figurata. Al momento risulta invece più definita la distribuzione nel settore esterno compreso tra la cinta muraria e l’antica linea di costa, dove si dispongono numerosi complessi destinati a ricoprire funzioni pubbliche e edifici a destinazione religiosa: in questo caso è possibile proporre per alcune concentrazioni significative un coinvolgimento in attività rituali. Anche per questi contesti risulta evidente l’adozione di specifiche forme vascolari, rare o assenti in ambito funerario.
Recent research has allowed for a deeper knowledge of the distribution and production of Western red figure pottery in Locri Epizephyrii and its territory, based mainly on the documentation from the necropoleis. However, other areas of the city also reveal its widespread presence during the 4th century B.C. The re-evaluation of the edited documentation and the analysis of some unpublished materials from different areas, both inside the city walls along the sea and in the area immediately outside, make it possible to reflect on the characteristics of the distribution of this pottery in the different contexts of discovery. In particular, the morphological repertoire is very different from that known from the necropoleis. For the area within the fortifications, it has been possible to better understand some of the contexts, but the heterogeneous functions of the buildings (residential, productive, commercial, perhaps religious) do not yet allow us to precisely delineate the frame of reference for the consumption of figured pottery. On the other hand, the distribution in the outer sector, between the city walls and the ancient coastline, where there are numerous complexes intended to cover public functions and buildings with a religious purpose, seems to be more defined. In this case, it is possible to propose an involvement in ritual activities for some significant concentrations of figured pottery. The adoption of specific vase shapes, which are rare or absent in funerary areas, is also evident.