Autore: A. Caruso
Scarica l’articolo in formato .pdf: Le grotte e la stoà di Mieza-Izvoria. Dati per un’esegesi storica, archeologica e funzionale
A Izvoria, presso Mieza (Macedonia), nel 1965 l’archeologo Ph. Petsas rinvenne una stoà. L’archeologo ritenne l’edificio il luogo dove Aristotele insegnò ad Alessandro, stando a una notizia di Plutarco secondo cui Filippo avrebbe scelto “ per le lezioni […] il ninfeo vicino Mieza”. Adiacenti all’edificio sono due grotte naturali: entrambe mostrano interventi antichi di monumentalizzazione (architravi, gradini nicchie, pilastri). Il presente contributo, a fronte del riesame di più dati (l’ambiente naturale, l’edificio, le fonti), fornisce una nuova ipotesi circa la funzione delle grotte e della stoà e rivaluta le grotte come sede delle lezioni. Più esattamente: l’insegnamento di Aristotele si sarebbe svolto in prevalenza a Pella e solo occasionalmente il filosofo si sarebbe recato con il giovane allievo nell’area in questione, dove, all’interno delle grotte, gli avrebbe rivelato dottrine misteriche (a questo proposito Plutarco riferisce che Aristotele impartì ad Alessandro insegnamenti segreti); la stoà, invece, priva di elementi per la seduta come di ambienti riservati, sarebbe servita non alla didattica ma per altri scopi: quinta architettonica della spianata antistante, deposito di oggetti, sostegno per accedere alla grotta sovrastante. Se l’ipotesi fosse corretta, le grotte di Izvoria fornirebbero un’evidenza al tema della frequentazione delle grotte per attività intellettuali, tema noto dalle fonti letterarie ma solo vagamente documentato sul piano archeologico.
At Izvoria, few km far from the ancient Mieza (Macedonia), in 1965 the Greek archaeologist Ph. Petsas brought to light a L-shaped stoà. He supposed that in this building Aristotle taught the young Alexander, during his teaching near Mieza, which is attested in Plutarch’s Life of Alexander. Two natural grottoes lie next to the stoa. Both the grottoes were monumentalized in antiquity, by inserting architraves, niches, large steps and pilasters. Here I offer a different interpretation of the stoa and grottoes function, thanks to a reexamination of all the available data (the environment, the building, the other testimonies). In my opinion, Aristotle taught Alexander mainly at Pella, and came to this place for specific activities and lessons. In this regard, it is worth nothing another testimony from Plutarch: that Aristotle transmitted to Alexander also secret and mysteric doctrines (akroamatikes and epoptikes). I suggest that these lessons have taken place inside the grottoes, while the stoa worked as storage of objects, as well as artificial support for reaching the cave above it: it would therefore have been a complement to the area, not the fulcrum, as it has been supposed before. If my interpretation is correct, the Izvoria caves would provide archaeological evidence to the theme of intellectual activities inside grottoes, a promising theme, involving education and religion, which is attested in the literary tradition, but scarcely documented from archaeology.