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Rivista di archeologia e architettura antica

Tag Archives: Rodi

Il pasto collettivo nei santuari dell’Egeo meridionale: struttura e forme di partecipazione

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Questo contributo è stato presentato al Convegno Internazionale Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 maggio 2005. Se ne fornisce ora una versione aggiornata.
La stoà di Camiro, sul santuario dell’Acropoli dedicato ad Athana e Zeus Polieus, è uno dei più importanti monumenti urbani nell’Egeo meridionale. Diversi testi epigrafici riferiscono intorno alla sua funzione e al suo uso nel santuario e menzionano l’organizzazione di riunioni e di banchetti negli ambienti dell’edificio. Le stanze dietro il portico, infatti, sono organizzate in complessi con esedra centrale e sale laterali che possono essere interpretati come hestiatoria o sale da banchetto, molto simili a prototipi macedoni o egiziani. I rinvenimenti archeologici ed epigrafici rendono evidente che la stoà si pone come struttura multifunzionale adibita alle necessità politiche e religiose della polis. Inoltre è forse possibile collocare nella struttura lo hierothyteion, testimoniato dalle fonti epigrafiche, nel quale erano offerti banchetti pubblici dalla polis stessa.

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This paper was presented at the International Conference Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 of May, 2005. This is now an updated version.
The stoà of Camirus, on the Acropolis sanctuary dedicated to Athana and Zeus Polieus, is one of the most important urban monuments in the southern Aegean sea. Several epigraphic texts speak about his function and use inside the sanctuary and mention the organization of meetings and banquets inside the rooms of the building. The rooms behind the portico, in fact, are organized in tree-rooms complexes that could be interpreted as hestiatoria or banquet houses, very similar at Macedonian or Egyptian prototypes. The archaeological and textual evidence prove that the stoà is a multifunctional structure that serves to religious and political necessity of the polis. Perhaps, it is also possible to locate in the structure the hierothyteion, testified by epigraphic fonts, in which public meals were offered by the polis itself.

The Acropolis of Lindos: the work of redesigning and enhancing the archaeological site

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Il progetto di sistemazione d’area e valorizzazione del sito archeologico dell’acropoli Lindos è iniziato nel 2001, nell’ambito del progetto generale di restauro dei monumenti condotto dal Ministero della Cultura e Turismo di Grecia. Tra i problemi più importanti da affrontare è stato quello della definizione dei percorsi attraverso la zona archeologica per i visitatori (più di 2500 presenze giornaliere), e la difficoltà oggettiva di identificare i piccoli monumenti, come gli ex-voto offerti alle divinità, e le iscrizioni, all’epoca degli scavi rinvenute sparse in tutta l’area.
Tra le priorità è stato quindi l’approfondimento di uno studio progettuale che potesse pervenire ad una accurata sistemazione d’area, previa catalogazio-ne di tutti gli elementi litici pertinenti all’arredo santuariale (circa 2000). Quest’ultima attività ha condotto all’identificazione di 421 delle iscrizioni segnalate al tempo degli scavi e anche alla localizzazione e associazione di più di 113 monumenti votivi e architettonici inediti.
Le finalità del progetto di valorizzazione sono state quindi le seguenti:
– Ottimizzazione dei percorsi seguiti dai visitatori , organizzati in modo da facilitare durante la visita il riconoscimento dei diversi monumenti.
– La protezione e la valorizzazione dei monumenti minori presenti nell’area santuariale.
– La protezione dei materiali sparsi e la loro identificazione mediante catalogazione.
Il progetto, approvato dal Consiglio Archeologico Centrale (KAS) del Ministero della Cultura, è stato realizzato nel periodo 2006-2009.

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The project of redesigning and enhancing the archaeological site of the Lindos Acropolis began in 2001, within the context of the restoration works of the monuments carried out by the Hellenic Ministry of Culture and Tourism. The most important problems that had to be confronted concerned the visitors pathways through the monument (up to 2500 visitors daily), and the existing difficulty in identifying smaller monuments, like anathimata (offerings to the gods) and inscriptions found scattered all around the place since the time of the excavations.
What became a necessity in order to implement the study was the composition of an accurate designing site plan and the recording of every scattered stone findings (about 2000). This recording enabled the identification of 421 inscribed stones with the list produced by the archaeologists who had excavated the site and also the location and association of more than 113 unpublished sections with architectural and votive monuments of the site.
The goals of the redesigning and enhancing project were the following:
– To optimize the routes the visitors followed and help them recognize the monuments of the site by following specific pathways.
– T o protect and promote the smaller monuments of the archaeological site.
– To protect and highlight the scattered material by classifying it.
The study has been approved by the Hellenic Central Archeological Council (KAS) in 2006 and realized during the period of 2006-2009.

Il piano regolatore di Kos del 1934: un progetto di città archeologica

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Una versione preliminare di questo testo e stato presentato in lingua greca al Congresso Internazionale di Rodi Νεές πόλεις πάνο σε παλιές (Citta nuove su citta antiche), organizzato tra il 27 e il 30 settembre 1993 dalla sezione greca dell’ICOMOS e dalle Eforie preistorico-classica e bizantina del Dodecaneso; una sintesi ne e stata poi pubblicata da M. Livadiotti in Livadiotti, Rocco 1996, pp. 86-91. Nel piano regolatore di Kos del 1934 colpisce il considerevole quantitativo di aree libere che corrispondono alle zone archeologiche scavate dagli archeologi italiani. Documenti di archivio dimostrano che tale peculiarità e il frutto di un progetto consapevole, connesso con la figura di Mario Lago, Governatore del Dodecaneso dal 1923, cosi profondamente interessato alla cultura classica da promuovere, assieme ad Alessandro Della Seta, Federico Halbherr, Enrico Paribeni, Amedeo Maiuri, Giulio Iacopi e Luciano Laurenzi, la fondazione dell’Istituto Storico-Archeologico FERT di Rodi, nel 1928. Nel 1933 Kos fu gravemente distrutta da un terremoto e il Governo italiano incaricò l’architetto R. Petracco di elaborare un nuovo Piano Regolatore per la ricostruzione; prima che questo fosse completato, Lago, in accordo con Della Seta, diede incarico a Laurenzi di compiere sondaggi al fine di identificare le aree più promettenti, da non edificare e da riservare per le future indagini archeologiche. In questo modo, nel Piano vennero risparmiate otto vaste zone per la creazione di altrettanti parchi archeologici. Singolarmente, quindi, un Servizio Archeologico fu investito di ruolo decisionale nell’elaborazione di un Piano Regolatore e Kos venne costruita sulla base di un criterio generale identificabile nell’idea di “città archeologica”. La pianta risulto essere un modello all’avanguardia dal punto di vista della conservazione, anche in confronto con quanto si andava facendo in quegli anni in Italia, dove pure ferveva il dibattito sul tema e la legislazione in materia era, per il periodo, decisamente avanzata. Il caso di Kos trova un significativo precedente nella vicenda della protezione dei cimiteri turchi ed ebraici della Rodi degli anni Venti. In quella storia il ruolo di Maiuri non dev’essere sottostimato: infatti, lo studioso era molto sensibile ai problemi del resturo inteso come conservazione, come dimostra la sua attiva partecipazione, nel 1931, insieme a Della Seta, Pernier, Pace e Iacopi, alla Conferenza Internazionale sul Restauro di Atene.

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A preliminar version of this contribution was published in Greek at the International Congress Νεές πόλεις πάνο σε παλιές, organized in Rhodes in 1993 by ICOMOS and the Dodecanese Ephorates. A syntesis was then published also by M. Livadiotti in Livadiotti, Rocco 1996, pp. 86-91. In the 1934 town plan for Kos, the considerable amount of free area corresponding to the archaeological zones excavated by Italian archaeologists is striking. Archival documents show that this peculiarity is the result of a deliberate project and that it is connected with Mario Lago, the Governor of Dodecanese since 1923, who was so deeply interested in classical culture to collaborate with Alessandro Della Seta, Federico Halbherr, Enrico Paribeni, Amedeo Maiuri, Giulio Iacopi and Luciano Laurenzi, to promoting with them in 1928 the foundation of the “Archaeological-Historical Institute FERT” at Rhodes. In 1933 Kos was almost totally devastated by a disastrous earthquake and the Italian government charged the architect R. Petracco with elaborating a new town plan; before the plan was drawn up, Lago agreed with Della Seta in charging Laurenzi with carrying out an archaeological survey and sondages throughout the city in order to identify the most promising areas for future investigations. So, eight large zones were set aside for the creation of as many archaeological parks. Oddly enough, therefore, an Archaeological Service was given a decision preceding a town plan and the new Kos was planned along unusual lines that can be identified in the idea of the “archaeological city”. The plan turned out to be an avant-garde model from the point of view of conservation, even compared with what was taking place at the same time in Italy, where there was an active debate on the problem and the relative legislation was very progressive for the period. The case of Kos has a significant precedent at Rhodes in the Twenties in the episode of the protection of the Moslem and Jewish cemeteries and a creation of a protective band around the walled city. In that story, as documents can demonstrate, Maiuri’s role is not to be underestimated: in fact the archaeologist was really sensitive to the new concerns of restoration and in 1931 participated in Athens, with Della Seta, Pernier, Pace, Iacopi, to the International Conference on Restoration, giving an active contribution to the discussion.