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Rivista di archeologia e architettura antica

Tag Archives: urbanism

From scatters of pottery to communities? Issues of function, temporality and mobility in the construction of the settled landscape of the Prepalatial Mesara (south-central Crete): a view from Phaistos

Autore: S. Todaro

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Negli ultimi trent’anni il problema della nascita dei palazzi a Creta, visto che l’esemplificazione della nascita dello stato, è stato affrontato concentrandosi sulla componente demografica di quei siti che all’inizio della media età del Bronzo diventarono centri palatini. Nel caso di Festòs, situata nella Creta meridionale, sono state avanzate due proposte molto diverse sulle dimensioni del sito e sulla sua componente demografica, calcolata a partire da due opposte concezioni dell’organizzazione e struttura interna del sito: agglutinata o sparsa. Partendo dai risultati di uno studio recente che ha consentito di assegnare le varie strutture e depositi Prepalaziali ad una specifica fase di occupazione del sito stabilita su base stratigrafiche, in questo articolo si propone una lettura diversa del sito e delle strategie insediative in atto nella regione della Messarà, che meglio si adatta all’ambiente paludoso e a tratti malsano quale ricostruito in un recente studio paleo-ambientale. Lungi dall’essere un insediamento che attraverso le varie fasi del Prepalaziale cresce fino a diventare un centro proto-urbano e quindi un centro palatino, Festòs appare un sito cerimoniale a valenza regionale, un punto di riferimento per una vasta popolazione che di norma vive sparsa nel territorio -katà komas, ma periodicamente si riunisce sulla collina del palazzo che comincia a configurarsi come la capitale spirituale una regione che, per comprensibili ragioni di tipo ambientale, era caratterizzata da una intensa mobilità residenziale.

 

Recent advances in Minoan archaeology have highlighted that the rise of the First Palaces, and the emergence of the early state, can be addressed by focusing on the scale of those communities that developed into palatial centres and on the level of hierarchy documented by the settlement systems of their regions. In the case of the palatial site of Phaistos in south-central Crete, however, two contrasting estimations of site extent and population size have been proposed, aligned to two contradictory interpretations of settlement and residential strategies (nucleation vs dispersed). Building on a thorough reassessment of stratigraphy, phasing and formation processes at Phaistos, taking into account the results of all previous excavations at the site, this paper builds up an understanding of settlement and residential strategies at Phaistos and its wider region. When combined with the results of recent geomorphological studies in the vicinity of Phaistos a radical new picture of the site and how it functioned emerges for the crucial period leading up to the emergence of the palace. The results of the paper challenge the orthodoxy that Phaistos urbanises to become a major nucleated population centre just before the construction of the palace. Instead Phaistos emerges as a regional ceremonial centre, from the end of the Neolithic, with the hilltop given over to open areas, which were progressively formalized and monumentalized, while the western and southern slopes of the palace hill were occupied by structures where specialized craft activities were carried out. While there is plentiful evidence for large-scale gatherings of people on the hilltop, and communal production on the western slope, these groups derived from the surrounding region, with residential activity at Phaistos itself limited, low-density and shifting, save only for during major periods of palatial building activity.

Il piano regolatore di Kos del 1934: un progetto di città archeologica

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Una versione preliminare di questo testo e stato presentato in lingua greca al Congresso Internazionale di Rodi Νεές πόλεις πάνο σε παλιές (Citta nuove su citta antiche), organizzato tra il 27 e il 30 settembre 1993 dalla sezione greca dell’ICOMOS e dalle Eforie preistorico-classica e bizantina del Dodecaneso; una sintesi ne e stata poi pubblicata da M. Livadiotti in Livadiotti, Rocco 1996, pp. 86-91. Nel piano regolatore di Kos del 1934 colpisce il considerevole quantitativo di aree libere che corrispondono alle zone archeologiche scavate dagli archeologi italiani. Documenti di archivio dimostrano che tale peculiarità e il frutto di un progetto consapevole, connesso con la figura di Mario Lago, Governatore del Dodecaneso dal 1923, cosi profondamente interessato alla cultura classica da promuovere, assieme ad Alessandro Della Seta, Federico Halbherr, Enrico Paribeni, Amedeo Maiuri, Giulio Iacopi e Luciano Laurenzi, la fondazione dell’Istituto Storico-Archeologico FERT di Rodi, nel 1928. Nel 1933 Kos fu gravemente distrutta da un terremoto e il Governo italiano incaricò l’architetto R. Petracco di elaborare un nuovo Piano Regolatore per la ricostruzione; prima che questo fosse completato, Lago, in accordo con Della Seta, diede incarico a Laurenzi di compiere sondaggi al fine di identificare le aree più promettenti, da non edificare e da riservare per le future indagini archeologiche. In questo modo, nel Piano vennero risparmiate otto vaste zone per la creazione di altrettanti parchi archeologici. Singolarmente, quindi, un Servizio Archeologico fu investito di ruolo decisionale nell’elaborazione di un Piano Regolatore e Kos venne costruita sulla base di un criterio generale identificabile nell’idea di “città archeologica”. La pianta risulto essere un modello all’avanguardia dal punto di vista della conservazione, anche in confronto con quanto si andava facendo in quegli anni in Italia, dove pure ferveva il dibattito sul tema e la legislazione in materia era, per il periodo, decisamente avanzata. Il caso di Kos trova un significativo precedente nella vicenda della protezione dei cimiteri turchi ed ebraici della Rodi degli anni Venti. In quella storia il ruolo di Maiuri non dev’essere sottostimato: infatti, lo studioso era molto sensibile ai problemi del resturo inteso come conservazione, come dimostra la sua attiva partecipazione, nel 1931, insieme a Della Seta, Pernier, Pace e Iacopi, alla Conferenza Internazionale sul Restauro di Atene.

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A preliminar version of this contribution was published in Greek at the International Congress Νεές πόλεις πάνο σε παλιές, organized in Rhodes in 1993 by ICOMOS and the Dodecanese Ephorates. A syntesis was then published also by M. Livadiotti in Livadiotti, Rocco 1996, pp. 86-91. In the 1934 town plan for Kos, the considerable amount of free area corresponding to the archaeological zones excavated by Italian archaeologists is striking. Archival documents show that this peculiarity is the result of a deliberate project and that it is connected with Mario Lago, the Governor of Dodecanese since 1923, who was so deeply interested in classical culture to collaborate with Alessandro Della Seta, Federico Halbherr, Enrico Paribeni, Amedeo Maiuri, Giulio Iacopi and Luciano Laurenzi, to promoting with them in 1928 the foundation of the “Archaeological-Historical Institute FERT” at Rhodes. In 1933 Kos was almost totally devastated by a disastrous earthquake and the Italian government charged the architect R. Petracco with elaborating a new town plan; before the plan was drawn up, Lago agreed with Della Seta in charging Laurenzi with carrying out an archaeological survey and sondages throughout the city in order to identify the most promising areas for future investigations. So, eight large zones were set aside for the creation of as many archaeological parks. Oddly enough, therefore, an Archaeological Service was given a decision preceding a town plan and the new Kos was planned along unusual lines that can be identified in the idea of the “archaeological city”. The plan turned out to be an avant-garde model from the point of view of conservation, even compared with what was taking place at the same time in Italy, where there was an active debate on the problem and the relative legislation was very progressive for the period. The case of Kos has a significant precedent at Rhodes in the Twenties in the episode of the protection of the Moslem and Jewish cemeteries and a creation of a protective band around the walled city. In that story, as documents can demonstrate, Maiuri’s role is not to be underestimated: in fact the archaeologist was really sensitive to the new concerns of restoration and in 1931 participated in Athens, with Della Seta, Pernier, Pace, Iacopi, to the International Conference on Restoration, giving an active contribution to the discussion.