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Rivista di archeologia e architettura antica

Tag Archives: architettura ellenistica

The Gymnasium of Agrigento: Report of the Second Excavation Campaign in 2023

Autori: M. Trümper, T. Lappi, A. Fino

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Il ginnasio di Agrigento è stato scavato tra gli anni Cinquanta del secolo scorso e il 2005 e, sebbene siano state messe in luce parti di una pista e una piscina tra due stenopoi, non è stato possibile determinare con sicurezza né l’estensione, né l’esistenza di una palaestra, né la data di costruzione. Un progetto avviato nel 2019 in collaborazione tra il Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento, la Freie Universität di Berlino e il Politecnico di Bari sta indagando su questo aspetto. Sulla base dei risultati di prospezioni geofisiche effettuate nel 2020, sono state effettuate due campagne di scavo nel 2022 e nel 2023 in un campo a Nord della piscina, dove molto probabilmente era collocata la palaestra. In questo articolo è sono presentati i risultati della campagna del 2023, discussi in modo sintetico, concentrandosi sulla cronologia e sulla costruzione dello stenopos occidentale, sulla topografia, sulle dimensioni e sulla suddivisione del lotto della palaestra, sulla tecnica costruttiva delle strutture e sugli elementi architettonici più significativi. In particolare, è stato identificato con sicurezza un livello stradale nello stenopos che venne realizzato contestualmente alla palaestra, oltre ad una tubazione di drenaggio potrebbe appartenere alla fase originaria o a un rifacimento di poco successivo. Il lotto della palaestra doveva misurare massimo m 62,50 Nord-Sud e minimo m 35 Est-Ovest ed era suddiviso in almeno due diverse terrazze. Il rinvenimento di una tegola con bollo ΓΥΜ proveniente da uno strato di abbandono/distruzione dimostra che il lotto dove si ipotizza la palaestra apparteneva al ginnasio. Ciò è confermato da numerosi muri in blocchi di buona fattura, coerenti per orientamento, tecnica costruttiva e materiale con i muri del ginnasio precedentemente scavati. Si possono individuare almeno quattro ambienti sulla terrazza inferiore accanto alla piscina (tra cui forse un loutron e un’esedra con banchine) e un ampio vestibolo sulla terrazza superiore. Mentre due cornici con sima di un colonnato dorico sono state rinvenute nel 2022 e nel 2023 sulla terrazza inferiore, non è ancora possibile determinare la posizione e le dimensioni del cortile del peristilio. L’analisi degli elementi architettonici scavati nel lotto della palaestra propone una datazione per la costruzione al II secolo a.C. e le osservazioni condotte sulla piscina hanno permesso di ricostruirla come una grande vasca di m 15 Nord-Sud x m 7,65 Est-Ovest con accesso da una scala nell’angolo sud-ovest composta di 13 gradini a ridosso della parete occidentale.

The gymnasium of Agrigento has been excavated between the 1950s and 2005. While parts of a race-track section and a pool were revealed between two stenopoi, the extension of the gymnasium and particularly the existence of a palaestra as well as the construction date could not be securely determined. A project launched in 2019 in cooperation between the Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento, the Freie Universität Berlin, and the Politecnico di Bari aims to solve these questions. Based on the results of a geophysical survey carried out in 2020, two excavation campaigns were carried out in 2022 and 2023 in a field to the North of the pool where the palaestra was most likely located. The aim of this paper is to discuss the major results of the 2023 campaign that included ten stratigraphic trenches and an architectural survey. Results are discussed in a synthetic manner, focusing on the chronology and construction of the western stenopos; the topography, size, and subdivision of the palaestra lot; the construction technique of the walls; and significant architectural elements. One street level can be securely identified in the stenopos that was made together with the palaestra; a drainage pipe may have belonged to the original phase or a slightly later remodeling. The palaestra lot had an extension of maximally 62.50m North-South x minimally 35m East-West and was subdivided into at least two different terraces. A stamped tile with ΓΥΜ from an abandonment/destruction layer proves that the palaestra lot belonged to the gymnasium. This is confirmed by numerous well-made ashlar walls that are consistent in orientation, building technique, and material with the previously exposed walls of the gymnasium. At least four rooms can be identified on the lower terrace next to the pool (among them possibly a loutron and an exedra with benches) and a large vestibule on the upper terrace. While two cornices with sima from a Doric colonnade were found in 2022 and 2023 on the lower terrace, the location and size of the peristyle courtyard cannot yet be determined. The analysis of the architecture focused on the pool and architectural elements excavated in the palaestra lot. It supports a construction date of the gymnasium in the 2nd century BC and allows reconstructing the pool with a size of 15m North-South x 7.65m East-West and a staircase in the southwest corner, with 13 steps along the west wall.

The Gymnasium of Agrigento: Report of the First Excavation Campaign in 2022

Autori: M. Trümper, T. Lappi, A. Fino, C. Blasetti Fantauzzi
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Il ginnasio di Agrigento è stato scavato tra gli anni ’50 del secolo scorso e il 2005. Sebbene siano state riconosciute una pista e una piscina tra due stenopoi, non è stato possibile determinare con sicurezza l’estensione del complesso e l’esistenza di una palaestra, né la data di costruzione. Un progetto avviato nel 2019 in collaborazione tra il Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento e la Freie Universität di Berlino mira a rispondere a queste domande. Sulla base dei risultati di una prospezione geofisica, nel 2022 sono stati operati quattro saggi in un campo a Nord della piscina, dove probabilmente si trovava la palaestra. In questo articolo si presentano i risultati dei saggi della campagna del 2022, dopo una breve discussione sulla cronologia stabilita negli scavi precedenti. Nei saggi 1 e 2 sono emersi muri in blocchi di buona fattura, coerenti per orientamento, tecnica costruttiva e materiale con i muri del ginnasio e che potrebbero appartenere alla palaestra. Nel saggio 3 è apparsa la continuazione dello stenopos ovest. Il saggio 4, aperto in corrispondenza del presunto incrocio di questo stenopos con una plateia, non ha restituito testimonianze di strutture o pavimentazioni stradali. L’analisi dell’architettura ha evidenziato che le ricostruzioni precedentemente proposte presentano alcune criticità, in particolare per lo xystos, per il quale si propone qui una revisione della ricostruzione dell’ordine dorico e sua cronologia, suggerendo un periodo compreso tra la fine del III e la prima metà del II sec. a.C.

The gymnasium of Agrigento has been excavated between the 1950s and 2005. While parts of a race-track section and a pool were revealed between two stenopoi, the extension of the gymnasium and the existence of a palaestra as well as the construction date could not be securely determined. A project launched in 2019 in cooperation between the Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento and the Freie Universität Berlin aims to solve these questions. Based on the results of a geophysical survey, four trenches were excavated in 2022 in a field to the north of the pool where the palaestra was most likely located. The aim of this paper is to discuss the results of the 2022 campaign. After a brief discussion of the chronology established in previous excavations, the trenches are presented from south (trench 1) to north (trench 4), followed by new insights regarding the architecture. In trenches 1 and 2, well-made ashlar walls were found that are consistent in orientation, building technique, and material with the previously exposed walls of the gymnasium and may have belonged to the searched palaestra. In trench 3, the continuation of the western stenopos appeared. Trench 4 was made at the supposed crossing of this stenopos with a plateia but did not yield any evidence of built structures or street pavements. The analysis of the architecture showed that previously proposed reconstructions are problematic, particularly regarding the architecture of the xystosstoa. Revisions regarding the reconstruction of the Doric order and its chronology are proposed here, suggesting a period between the end of the 3rd and the first half of the 2nd century B.C.

Neoria a Kos

Autori: M. Livadiotti, G. Rocco

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Nell’ambito delle ricerche di L. Morricone condotte a Kos nel 1935 nell’area del quartiere turco di Bozuktà, presso il porto, sono emersi significativi resti della presenza di due neosoikoi di età ellenistica, allora erroneamente ritenuti parte del sistema delle fortificazioni portuali. La disposizione e la tecnica costruttiva dei setti, le dimensioni dei vani e altri caratteri tecnici permettono di confrontare questo rinvenimento con i neosoikoi scavati dal Servizio Archeologico Greco nel 1986-87 più a Sud, sempre lungo l’insenatura portuale, fornendo così questa nuova ipotesi di identificazione. Inoltre, un nuovo esame delle adiacenti Terme del Porto, scavate nella stessa occasione dall’archeologo italiano, ha permesso di rintracciare ulteriori resti di un altro insieme di neosoikoi, separati dai precedenti due da una stretta strada, e di identificare il muro di fondo su cui i lunghi setti degli alaggi andavano ad attestarsi. Le terme vi si sarebbero impostate a partire dal II sec. d.C., riutilizzando i setti di età ellenistica e ricavando gli ambienti termali all’interno degli alaggi, di cui mantennero la scansione. L’identificazione di un ulteriore insieme di alaggi in un altro punto del porto antico di Kos contribuisce a precisare l’entità delle infrastrutture militari della città, permettendo una ricostruzione più articolata dei quartieri portuali, destinati a diverse funzioni: militari, cultuali, mercantili. Ne emerge un paesaggio urbano in cui anche i neoria contribuiscono a definire l’immagine di una città che vuole mostrarsi ricca ed importante.

 

In the context of L. Morricone’s research carried out in Kos in 1935 in the area of the Turkish quarter of Bozuktà, near the port, significant remains of two Hellenistic neosoikoi were discovered, at the time mistakenly believed to be part of the port fortification system. The arrangement and building technique of their partition walls, the dimensions of the compartments and other technical features recall the neosoikoi excavated by the Greek Archaeological Service in 1986-87 further South, always along the harbour inlet, thus providing this new identification hypothesis. Furthermore, a new analysis of the nearby Harbour Baths, excavated on the same occasion by the Italian archaeologist, made it possible to identify further remains of another set of neosoikoi, separated from the other two by a narrow road, and enabled the identification of the back wall on which the long walls of the shipsheds were joined. The bath building would have been built in the 2nd cent. A.D., reusing the Hellenistic partition walls and creating the bathing areas inside the shipsheds, thus retaining their layout. The identification of a new set of shipsheds at another point of the ancient port of Kos further clarifies the extent of the city’s military infrastructure, allowing for a more articulated reconstruction of the port districts, used for different functions: military, cultural and commercial ones. What emerges is an urban landscape in which even the neoria contribute to shaping the image of a city that aims to show itself as rich and important.

La Fontana Arcaica di S. Biagio

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finoIl presente contributo vuole fornire i primi risultati di un’indagine autoptica delle strutture della fontana “arcaica” di Agrigento, nota come Santuario Rupestre di S. Biagio. Il complesso monumentale sorge sulle pendici nord-orientali della Rupe Atenea, a ridosso di una parete rocciosa, all’interno della quale si è sviluppato un sistema di grotte antropiche; esso si compone essenzialmente di due parti: l’edificio delle vasche ad Ovest e il piazzale recintato antistante ad Est. Dopo le prime esplorazioni di Pirro Marconi, nel 1926, nel 1932 Giuseppe Cultrera portò alla luce l’intero complesso monumentale. Fin dalla sua scoperta il monumento è stato oggetto di ripetuti interventi di restauro, alcuni dei quali piuttosto invasivi, che hanno determinato una difficoltà nella lettura del complesso architettonico nel suo contesto naturale. La nuova indagine condotta sul monumento è stata quindi finalizzata a chiarire la configurazione architettonica della fontana nella successione delle fasi di vita, ricostruendo le dinamiche naturali e antropiche che hanno interessato il sito sin dalla sua fondazione. Inoltre, è stata ipotizzata una datazione del monumento nell’ambito dell’età ellenistica, fornendo confronti con il mondo mediterraneo orientale.

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This paper aims to provide the first results of a new autoptical analysis on the structures of the archaic fountain in Agrigento, known as the Santuario rupestre of S. Biagio. The monumental system, located just outside the city-walls, on the north-eastern slopes of the Rupe Atenea, behind a rock face in which is developed an anthropic cave system, is made up mainly of two parts: the building of the western basins and, forehead to the east, a fenced yard. After the first investigations directed by Pirro Marconi in 1926, Giuseppe Cultrera, in 1932, unearthed the whole monumental complex. Since the discovery, the monument was subjected to several restoration works, some of which quite invasive, that determined a difficult reading of the architectural structure in its landscape. A new analysis on the structures has been done, in order to specify the architectural configuration during the life phases of the monument and to retrace the natural and anthropical processes that affected the site since its foundation. Moreover, it has been suggested a datation within the Hellenistic period, providing comparisons with the eastern Mediterranean world.

Lo hestiatorion dell’Asklepieion di Kos

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Livadiotti hestiatorionIl presente contributo riprende il testo del IV mimiambo di Eronda, che, ambientato presso l’Asklepieion di Kos, narra la visita di due donne al santuario e il sacrificio di un gallo al dio. Il poeta trae spunto dalla narrazione per descrivere i monumenti e le opere d’arte via via incontrate e ammirate dai personaggi, descrizione che è stata molto studiata e analizzata specie a proposito dell’altare, opera dei figli di Prassitele, e delle pitture nel pronao dell’antistante tempio. Non ci si era però fino ad ora soffermati sugli ultimi versi del poemetto, in cui, dopo il sacrificio del gallo, le due donne si propongono di andare a consumare il proprio pasto nei vicini oikoi. Prendendo spunto dal testo di Eronda, l’articolo vuole confermare la destinazione come sala per banchetti rituali dell’edificio subito a Sud del tempio, il cosiddetto “edificio D”, generalmente noto come abaton; verso di esso, infatti, potrebbero essersi dirette le due donne dopo il sacrificio.

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This paper resumes the text of the IV mimiamb of Herodas, which, set at the Asklepieion of Kos, tells of the visit at the sanctuary of two women and their sacrifice of a cock to the god. In his tale the poet describes the monuments and works of art encountered and admired by the characters, description that has been widely studied and analyzed especially with regard to the altar, with the statues made by the sons of Praxiteles, and the famous paintings on the walls of the pronaos of the temple. So far, however, no scholar has focused on the last verses of the poem, in which, after the sacrifice of the cock, the two women purposed to go and eat their meal in the nearby oikoi. Taking inspiration from the text of Herodas, the article will confirm the destination as a ritual banquet hall of the building immediately to the south of the temple, the so-called “building D”, generally known as abaton; towards it, in fact, the two women may have gone after sacrifice to eat their meal.

La rete idrica della Kos di età romana: persistenze e modificazioni rispetto alla città ellenistica

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Nella città di Kos, durante gli scavi che impegnarono gli archeologi italiani tra il 1912 e il 1945 e nei nuovi scavi del Servizio Archeologico greco, è stato messo in luce un complesso sistema di approvvigionamento dell’acqua basato sull’integrazione in età romana di una rete idrica già impostata fin dalla fondazione della città, avvenuta nel 366 a.C. sulla base di un piano urbano di tipo ippodameo che definiva anche un sistema di canali per lo smaltimento delle acque meteoriche progettato insieme alla rete viaria. L’approvvigionamento idrico, invece, poteva contare sulle abbondanti sorgenti naturali site sulle colline a sud-est della città, integrato da cisterne e pozzi privati. I punti di utilizzo comprendevano fontane pubbliche e ninfei, e, in età romana, soprattutto diversi edifici termali, databili nel loro primo impianto tra I e II sec. d.C., con successivie trasformazioni che li videro funzionanti almeno fino alla metà del IV secolo. Per alimentare gli impianti termali, in età imperiale venne costruito un acquedotto, anche se le terme sono sempre dotate di serbatoi di accumulo per compensare eventuali riduzioni del flusso; l’acqua di scarico delle vasche termali andava poi ad alimentare i condotti di smaltimento delle latrine pubbliche, sempre realizzate nelle loro immediate adiacenze, mentre anche le case private erano dotate di impianti igienici che scaricavano nei condotti di drenaggio al centro delle strade, rifacimenti più tardi degli originari canali di età protoellenistica. In conclusione, i sistemi di approvvigionamento idrico e smaltimento delle acque di scarico testimoniano a Kos la notevole persistenza degli originari sistemi idrici della città e soprattutto attestano come lo studio dei sistemi idrici di una città possa fornire dati utili alla conoscenza della sua topografia nelle diverse fasi di sviluppo.

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In the town of Kos, the excavations carried out by the Italian archaeologists between 1912 and 1945 and the new investigations by the Greek Archaeological Service have revealed a complex system of water supply based on the integration, occurred during the Roman period, of a water network already set up since the foundation of the city, that took place in 366 BC on the basis of an urban Hippodamian scheme; this defined also a urban drainage system for the disposal of stormwater designed together with the road network. The water supply could rely on abundant natural springs located in the hills south-east of the city, supplemented by private wells and cisterns. The water usage involved public fountains and nymphaea, and, especially in Roman times, several bath buildings, whose first installation dates in a period between I and II cent. AD, with later changes until the mid-fourth century, when some of them changed their function and were transformed in religious buildings. To fed the thermae, an aqueduct was built in imperial period, although the baths were always equipped with storage tanks to compensate any reduction of the flow; to rationalize the use of water, the discharge of the thermal baths was conducted through pipes to flush the sewers of public latrines, always built nearby, while the houses were equipped with private sanitary facilities whose sewers used the drainage channels in the middle of the streets, later reworkings of the original channels of the first Hellenistic age. In conclusion, the water supply systems and wastewater disposal witness the remarkable persistence of the original Kos town water systems and above all attest to how the study of water management systems of a city may improve knowledge of its topography at the different stages of development.