Back to Top

Rivista di archeologia e architettura antica

Tag Archives: Greek religion

Colonie in festa. Qualche riflessione sugli aspetti archeologici delle feste nelle città della Magna Grecia

Autore: V. Parisi

Scarica l’articolo in fotmato .pdf: Colonie in festa. Qualche riflessione sugli aspetti archeologici delle feste nelle città della Magna Grecia

Il testo affronta il tema delle feste nei santuari della Magna Grecia attraverso l’analisi di alcuni casi-campione, particolarmente rilevanti per la convergenza di dati provenienti dalle fonti scritte e dalle fonti archeologiche, comprese quelle legate all’iconografia delle terrecotte votive. Tra contesti particolarmente “fortunati”, come quello dello Heraion di Capo Lacinio a Crotone, e altri ancora molto discussi, come le feste celebrate a Taranto presso la tomba di Hyakinthos, emerge l’importanza del momento festivo come episodio centrale nella religione coloniale, che la documentazione archeologica può contribuire a ricostruire anche nei suoi aspetti più concreti.

The paper discusses the theme of festivals in the sanctuaries of Magna Graecia through the analysis of some sample cases, particularly relevant for the convergence of data from both written and archaeological sources, including the iconographical ones related to votive terracottas. Between “lucky” contexts, such as the Heraion of Lakinion in Kroton, and others still much debated, such as the feasts celebrated in Taranto at the tomb of Hyakinthos, the importance of the festive moment emerges as a key element in the colonial religion, which the archaeological documentation can help to reconstruct even in its most tangible aspects.

Una testina fittile di Io dal santuario della Madonna dell’Alemanna a Gela

Autore: G. Spagnolo

Scarica l’articolo in formato .pdf: Una testina fittile di Io dal santuario della Madonna dell’Alemanna a Gela

Oggetto del contributo è una singolare testina fittile femminile con corna ed orecchie bovine, rinvenuta nel 1951 sulla collinetta della Madonna dell’Alemanna, a Nord della città di Gela. Qui, a seguito della scoperta casuale di una fossa votiva di VII-VI sec. a.C., gli studiosi localizzarono un importante santuario extraurbano della polis greca e lo attribuirono a Demetra soprattutto in virtù della suddetta testina, recuperata al di fuori della fossa, perché ritennero che essa fosse allusiva al legame tra la dea, i bovini e l’agricoltura. In assenza di dati specifici sulla giacitura originaria del pezzo, il presente studio ne fissa la datazione intorno alla metà del V sec. a.C. su base tipologica e stilistica e lo assegna a fabbrica locale. Attraverso poi la disamina di numerose fonti letterarie e iconografiche, la ricerca perviene all’ipotesi che il frammento possa essere pertinente ad una statuetta di aspetto ibrido, insieme umano e animale, che rappresentava Io, la famosa sacerdotessa del santuario di Hera ad Argo, amata da Zeus, trasformata in candida vacca e poi assurta al rango di eroina capostipite della regale stirpe degli Achei. Alla luce di tale identificazione, lo studio affronta il complesso problema del rapporto tra la figura di Io e quella di Hera, divinità di riferimento della sacerdotessa nella sfera del mito, specificamente nell’ambito argivo; ed inoltre, prendendo in esame altri esempi di manufatti di varie provenienze raffiguranti l’eroina, indaga sulla possibilità di eventuali riflessi di tale rapporto nelle attività rituali connesse con il culto della dea. In conclusione, viene dunque avanzata l’ipotesi che sulla collinetta dell’Alemanna esistesse un edificio o uno spazio dedicato a Hera Argiva.

The topic of this paper is a singular female clay head with bovine horns and ears, found in 1951 on the hill of “Madonna dell’Alemanna”, northwards the city of Gela. After the accidental discovery of a votive pit dating back to the 7th-6th cent. BC, scholars located here an important extra-urban sanctuary of the Greek polis and attributed it to Demeter on the basis of the female clay head, found outside the pit, because they considered it allusive to the relationship between the goddess, cattle and agriculture. Without specific data on the stratigraphic context of the artefact, the present study fixes its dating around the middle of the 5th cent. B.C. on a typological and stylistic basis and attributes it to a local workshop. Then, through the examination of numerous literary and iconographic sources, the investigation comes to the hypothesis that the artefact may be pertinent to a hybrid figurine, both human and animal, which represented Io, the famous priestess of the sanctuary of Hera in Argos, loved by Zeus, transformed into a white cow and then arisen to the rank of heroine progenitor of the royal lineage of the Achaeans. Beginning with this identification, the research deals with the problem of the relationship between the character of Io and Hera, the reference deity of the priestess in the sphere of myth, specifically in the Argive context. Furthermore, considering other items from various provenances depicting the heroine, the study investigates the possibility of any influences of this relationship in the ritual activities connected with the worship of the goddess. As a final point, the search formulates the hypothesis that on the Alemanna hill there was a building or a space dedicated to Hera Argiva.

Culti primari e secondari nel santuario urbano di Metaponto

scarica l’articolo in formato pdf: Culti primari e secondari nel santuario urbano di Metaponto Continue Reading

.

In presenza di molteplici templi principali nell’ambito dello stesso santuario è difficile determinare la divinità cui ciascuno di essi era dedicato. Sebbene l’approccio tradizionalmente adottato nella ricerca archeologica tenda ad attribuire ogni edificio templare a un referente divino differente, si possono osservare nel mondo greco diversi casi di edifici consacrati alla stessa divinità nell’ambito del medesimo santuario.
Nonostante la diffusione del culto di Hera presso le colonie achee sia largamente attestata, l’analisi della documentazione archeologica, epigrafica e filologica relativa al santuario urbano di Metaponto sembra mostrare come probabilmente entrambi i templi A e B fossero connessi ad Apollo, dal momento che nessun elemento certo prova l’esistenza del culto della dea. In tale ottica, l’area sacra in questione può essere considerata come il luogo ove Apollo – il cui culto è documentato sin dalle prime fasi di esistenza del sito da argoi lithoi presenti nell’intero temenos – era venerato come il dio principale e l’intestatario dei due templi maggiori, mentre altri culti, di importanza secondaria, erano accolti negli altri edifici del santuario.

.

In case of several major temples located inside the same sanctuary, difficulty arises with regard to the identification of the deity each of them was dedicated to. Although archaeological researches traditionally attempt to refer each temple to a different divinity, many examples of sacred buildings dedicated to the same god or goddess and situated in the same sanctuary can be found throughout the Greek world.
Notwithstanding the widespread presence of Hera cult in Achaean colonies, the analysis of the archaeological, epigraphic and philological documentation concerning Metaponto urban sanctuary seems to indicate that, probably, both temple A and B were consecrated to Apollo, as no conclusive element actually proves the presence of the goddess. In this perspective, the sacred area can be regarded as the place where Apollo – whose cult is testified since the beginning by argoi lithoi distributed in the whole temenos – was worshipped as the principal god and the owner of both the two major temples, while different secondary cults were hosted in other edifices of the sanctuary.