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Rivista di archeologia e architettura antica

Tag Archives: topography

Archaeology and geomorphology of an area: new interpretations of long-term settlement logics from Prehistory to the Byzantine period across the central-eastern slopes of the Etna volcano

Autori: D. Calderone, G. De Giorgio

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L’analisi archeologica dei territori siciliani compresi tra la costa ionica e le pendici centro-orientali dell’Etna ha storicamente rappresentato una sfida per gli archeologi. Per molto tempo si è ritenuto che l’interpretazione dei dati archeologici fosse completamente compromessa dalla natura paludosa delle aree costiere, dall’intensa attività umana nel tempo e dall’impatto di numerose colate laviche, soprattutto nelle aree più elevate come il comune di Mascali (CT), insediamento distrutto dall’eruzione del 1928. Questo studio affronta queste sfide, combinando le evidenze archeologiche esistenti con lo studio della geomorfologia e della geologia dell’area, in particolare la sovrapposizione dei vari insediamenti nella regione dalla preistoria alla tarda antichità, per far luce su come le diverse comunità umane abbiano abitato la zona nei secoli. La combinazione di informazioni provenienti da contesti archeologici noti con lo studio geomorfologico del paesaggio permette di comprendere più a fondo il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente. La presenza di siti archeologici in corrispondenza di specifiche formazioni geologiche, come i depositi essenziali di argille blu, chiarisce la relazione tra risorse naturali, insediamenti, viabilità e porti. Questo, a sua volta, permette di formulare nuove ipotesi sullo sfruttamento del territorio, con particolare riferimento al periodo romano e bizantino, evidenziando i forti legami tra quest’area della Sicilia e quelle più a Nord, in corrispondenza del porto di Naxos (moderna Giardini-Naxos, ME).

The archaeological analysis of Sicilian territories between the Ionian coast and the Etna central-eastern slopes has historically posed challenges for archaeologists. For a long time, it was believed that the interpretation of archaeological data was completely compromised by the marshy nature of the coastal areas, intense human activity through time, and the impact of numerous lava flows, especially in higher altitude areas like the municipality of Mascali (CT). This town was destroyed in the 1928 eruption. This study addresses these challenges by combining the extant archaeological evidence with the study of the geomorphology and geology of the area, especially the superimposition of the various settlements in the region from prehistory to Late Antiquity to shed light on how different human communities inhabited the area over the centuries. Combining information from known archaeological contexts with the geomorphological study of the landscape makes it possible to gain a deeper understanding of the relationship between humans and their local environment. The presence of archaeological sites in correspondence with specific geological formations, such as essential deposits of blue clays, elucidates the relationship between natural resources, settlements, roads, and ports. This, in turn, enables the formulation of new hypotheses regarding the exploitation of the land, with particular reference to the Roman and Byzantine periods, highlighting the strong links between this area of Sicily and those further North, in correspondence with the port of Naxos (modern Giardini-Naxos, ME).

Per un contributo al tema delle trasformazioni post-classiche dei grandi templi di Agrigento: il Tempio A e il suo sacello

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Il sacello all’interno del tempio A di Agrigento, genericamente datato ad età romana, è una struttura rimasta largamente ignorata dalla moderna letteratura scientifica e si inscrive nel quadro delle profonde trasformazioni che, a partire dalla Prima Guerra Punica, interessarono alcuni dei grandi templi agrigentini, dal cd. Olympieion al cd. tempio di Eracle, appunto. L’articolo presenta una storia delle ricerche intorno al sacello, enucleando le principali questioni emerse, quali il problema cronologico o quello tipologico innescato dalla tripartizione del fondo della cella del tempio A, cui si aggiungono altri interrogativi essenziali, quali la ricostruzione delle pratiche rituali connesse al piccolo edificio, la loro relazione con le strutture superstiti del tempio A e la presumibile consistenza di queste ultime. Quale contributo ad una revisione generale dell’interpretazione di tutta l’area prossima alla cd. agorà bassa alla vigilia dell’occupazione romana della città, l’articolo inquadra un riuso del Tempio A nella fortificazione d’emergenza (255-254 a.C.) a difesa della sella naturale a Sud-Ovest della città, riconnettendolo al caso analogo e già noto dell’Olympieion. L’episodio costituisce verosimilmente un terminus post quem per la costruzione del sacello e la riorganizzazione del culto, mentre un terminus ante quem può essere ravvisato nella statua di Asclepio di periodo augusteo, rinvenuta in una degli ambienti a lato del naiskos stesso.

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The shrine inside the cella of the temple A of Agrigento, generically assigned to the Roman age, is a structure largely ignored by the modern scientific literature. It belongs with the deep transformations which, since the First Punic War, have concerned some of the great temples of Agrigento, from the so-called Olympieion to the temple A. The article illustrates a history of the investigations on the shrine, outlining the main issues which emerged, such as its dating or the typological problem, settled by the division into three parts of the end of the naos. Other important questions are to be added, such as the reconstruction of the worship practices connected with the small building, their relationship with the surviving structures of temple A. As a contribute to the interpretation of the whole area around the so-called lower agorà on the eve of the Roman siege of the city, the article identifies a reuse of the temple A within the fortification built in a state of emergency in 255-254 b.C. in order to defend the natural passage at the South-West part of the city, and links it to the similar and already known use of the Olympieion. This occasion probably constitutes a terminus post quem for the construction of the shrine and the reorganisation of the worship, while it is possible to identify a terminus ante quem in the statue of Asclepius of Augustan age, found in one of the two rooms flanking the naiskos.